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Sappiamo che il padel è stato ispirato per tanti aspetti dal tennis e da questo sport a ereditato il modo di gestire il punteggio.
Dall’anno scorso, nel WPT è stato introdotto il Killer Point chiamato dagli organizzatori spagnoli del circuito  Punto de oro o anche Gold Point: oggi è ancora poco utilizzato a livello amatoriale ma con ogni probabilità verrà adottato a tutti i livelli.

In cosa consiste?

Nei punteggi, quando nel game le coppie che si scontrano arrivano a 40-40 giocano, come nel tennis, ai vantaggi. Questo vuol dire che sul pari, chi fa punto va in vantaggio e se vince anche quello successivo si aggiudica il game. Se invece lo perde, si torna in parità e si ricomincia.
Questa modalità può prolungare di molto il tempo di gioco, a seconda del livello dei giocatori in campo, perché non c’è un limite di volte che puoi andare in parità. Ora, in una partita amatoriale, fosse anche di campionato o torneo, è comunque un rischio facilmente gestibile mentre nelle partite professionistiche che possono già durare oltre le due, tre ore, crea più difficoltà, anche nel voler divulgare grazie alla televisione questo sport.

Quindi è stato inserito il “Killer Point”: sul 40-40, il punto successivo chiude il game a vittoria di chi riesce a fare il colpo vincente. È evidente che chi è in battuta ha il vantaggio di essere a rete ma, a differenza del solito, i giocatori che devono rispondere devono decidere su chi deve essere giocata la battuta iniziale. Sembra una scelta comandata ma in verità, poter scegliere chi far rispondere da’ un grande vantaggio anche a chi si trova a fondo campo. Come possiamo ottimizzarlo al meglio?

Esistono dei luoghi comuni sul padel che è bene scardinare per essere sicuri di fare la scelta migliore, game dopo game: ad esempio che il giocatore di destra difende e riceve meglio e che nel killer point risponde chi ha i nervi più saldi, è meno emotivo. Si dice anche che ha più leadership in campo.

Generalizzando, sono due affermazioni che possono rispondere al vero ma, come ci piace sempre ricordarvi, ogni partita è a sé stante e per questo è importante osservare la dinamica del gioco in campo invece che dare per scontata una scelta così delicata.
Quando giochiamo con il killer point, dobbiamo sempre porre attenzione alla nostra efficacia in risposta alla battuta, su ogni singolo giocatore.
Questo ci permette di scoprire chi tra noi e il nostro compagno risponde meglio, riesce a mettere più in difficoltà il colpo successivo degli avversari sull’avversario A e B.
Questo perché è vero che abbiamo sotto il nostro controllo la nostra gestione emotiva e le nostre capacità tecniche.

È anche vero che, spesso e a livello amatoriale possiamo anche scrivere “quasi sempre”, i nostri avversari si rivelano più efficaci, più aggressivi su un lato di battuta più che sull’altro.
Quindi magari in generale è il giocatore di destra che difende meglio ma possiamo aver notato che il nostro avversario A, sulla diagonale che finisce sul compagno di sinistra non riesce a forzare la battuta come invece fa sulla nostra diagonale, rendendo più semplice rispondere, magari con un bel lob.

Oppure ancora, magari il giocatore di sinistra è più efficace nelle risposte ma ha inanellato un game dove ha fatto fatica a gestire le battute, meglio allora evitare di aggiungere la pressione del killer point.
Come sempre, è importantissimo poter comunicare efficacemente con il nostro compagno di gioco per scegliere in modo il più oggettivo possibile, anche per abbassare il carico emotivo di una palla che, non dimentichiamolo, è pur sempre chiamata “killer point”.

Se ancora non lo avete sperimentato, ricordatevi di usarlo anche nelle vostre partite tra amici, per abituarvi ad osservare e anche a vivere l’emozione diversa che è inevitabile provare quando con una palla sola possiamo vincere o perdere un game costruito duramente.

Buon Padel a tutti

by Roberta Lozza

 

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Sappiamo che il padel è stato ispirato per tanti aspetti dal tennis e da questo sport a ereditato il modo di gestire il punteggio.
Dall’anno scorso, nel WPT è stato introdotto il Killer Point chiamato dagli organizzatori spagnoli del circuito  Punto de oro o anche Gold Point: oggi è ancora poco utilizzato a livello amatoriale ma con ogni probabilità verrà adottato a tutti i livelli.

In cosa consiste?

Nei punteggi, quando nel game le coppie che si scontrano arrivano a 40-40 giocano, come nel tennis, ai vantaggi. Questo vuol dire che sul pari, chi fa punto va in vantaggio e se vince anche quello successivo si aggiudica il game. Se invece lo perde, si torna in parità e si ricomincia.
Questa modalità può prolungare di molto il tempo di gioco, a seconda del livello dei giocatori in campo, perché non c’è un limite di volte che puoi andare in parità. Ora, in una partita amatoriale, fosse anche di campionato o torneo, è comunque un rischio facilmente gestibile mentre nelle partite professionistiche che possono già durare oltre le due, tre ore, crea più difficoltà, anche nel voler divulgare grazie alla televisione questo sport.

Quindi è stato inserito il “Killer Point”: sul 40-40, il punto successivo chiude il game a vittoria di chi riesce a fare il colpo vincente. È evidente che chi è in battuta ha il vantaggio di essere a rete ma, a differenza del solito, i giocatori che devono rispondere devono decidere su chi deve essere giocata la battuta iniziale. Sembra una scelta comandata ma in verità, poter scegliere chi far rispondere da’ un grande vantaggio anche a chi si trova a fondo campo. Come possiamo ottimizzarlo al meglio?

Esistono dei luoghi comuni sul padel che è bene scardinare per essere sicuri di fare la scelta migliore, game dopo game: ad esempio che il giocatore di destra difende e riceve meglio e che nel killer point risponde chi ha i nervi più saldi, è meno emotivo. Si dice anche che ha più leadership in campo.

Generalizzando, sono due affermazioni che possono rispondere al vero ma, come ci piace sempre ricordarvi, ogni partita è a sé stante e per questo è importante osservare la dinamica del gioco in campo invece che dare per scontata una scelta così delicata.
Quando giochiamo con il killer point, dobbiamo sempre porre attenzione alla nostra efficacia in risposta alla battuta, su ogni singolo giocatore.
Questo ci permette di scoprire chi tra noi e il nostro compagno risponde meglio, riesce a mettere più in difficoltà il colpo successivo degli avversari sull’avversario A e B.
Questo perché è vero che abbiamo sotto il nostro controllo la nostra gestione emotiva e le nostre capacità tecniche.

È anche vero che, spesso e a livello amatoriale possiamo anche scrivere “quasi sempre”, i nostri avversari si rivelano più efficaci, più aggressivi su un lato di battuta più che sull’altro.
Quindi magari in generale è il giocatore di destra che difende meglio ma possiamo aver notato che il nostro avversario A, sulla diagonale che finisce sul compagno di sinistra non riesce a forzare la battuta come invece fa sulla nostra diagonale, rendendo più semplice rispondere, magari con un bel lob.

Oppure ancora, magari il giocatore di sinistra è più efficace nelle risposte ma ha inanellato un game dove ha fatto fatica a gestire le battute, meglio allora evitare di aggiungere la pressione del killer point.
Come sempre, è importantissimo poter comunicare efficacemente con il nostro compagno di gioco per scegliere in modo il più oggettivo possibile, anche per abbassare il carico emotivo di una palla che, non dimentichiamolo, è pur sempre chiamata “killer point”.

Se ancora non lo avete sperimentato, ricordatevi di usarlo anche nelle vostre partite tra amici, per abituarvi ad osservare e anche a vivere l’emozione diversa che è inevitabilmente provare quando con una palla sola possiamo vincere o perdere un game costruito duramente.

Buon Padel a tutti

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E’ appena uscito il libro di Cristina Molinari “Padel metafora di vita – Come essere un campione dentro e fuori dal campo”

Cristina Molinari è una dei maggiori esperti di Padel Mental Coach e, collabora anche con il nostro sito Mr Padel Paddle curando la sezione dedicata proprio al Mental Coach .
Le abbiamo fatte alcune domande relative al suo ultimo libro acquistabile su Amazon

Perché è utile il tuo libro?

In questo libro accompagno il lettore alla scoperta del Padel Mental Coaching, e allo stesso tempo alla scoperta del Padel come metafora di vita. Spesso nella nostra quotidianità mettiamo in gioco dinamiche comportamentali limitanti, o atteggiamenti mentali depotenzianti, e la cosa passa completamente sotto il nostro radar. In campo mettiamo in gioco le stesse dinamiche, accelerate ai 100 all’ora e il Padel non perdona: ce le mostra poco alla volta, oppure tutte insieme. Il libro percorre le tappe di una ipotetica partita immaginaria, presentando una varietà di situazioni che viviamo in campo e fuori, fornendo strumenti utili per gestirle in modo produttivo.

Da cosa è nato il libro, perché lo hai scritto ?

Mi ha sempre affascinato l’idea di poter migliorare se stessi e di superare i propri limiti.
Molte persone le ritengono una chimera, altre scartano velocemente l’ipotesi di migliorare se stessi e superare i propri limiti decidendo che “non funziona” magari dopo aver frequentato un corso o letto un libro. La verità è che esistono tecniche e strategie utili e funzionali, ma conoscerle non è sufficiente, e nemmeno applicarle una o due volte. Da circa 10 anni vivo in prima persona la formazione e il coaching e ne ho fatto la mia professione dopo averne sperimentato personalmente l’efficacia. Circa due anni fa ho scoperto il padel appassionandomene. Praticandolo e osservandolo da spettatrice ho subito realizzato che l’approccio e l’allenamento mentali sono fondamentali per migliorare la propria prestazione in campo: ovviamente non sostituiscono la tecnica e la tattica, ma puoi immaginare che siano le due gambe su cui far correre il proprio miglioramento. Allo stesso tempo, ho anche notato come gli schemi e le dinamiche che viviamo in campo sono le stesse che viviamo nella nostra vita fuori dal campo, quindi risolverle giocando e divertendosi genera un doppio vantaggio.

A chi è utile leggerlo?

Ai giocatori di padel, senz’altro:
a chi ama la competizione ed è alla ricerca di belle sfide con se stesso e con gli altri
a chi si rende conto di manifestare degli schemi di atteggiamento/ comportamento non utili alla partita o alla propria performance in generale
a chi è affamato di miglioramento ma non sa bene cosa migliorare perché si sta già impegnando con lezioni, tornei, partite
In generale a chi desidera acquisire strumenti utili a migliorare la propria performance in generale.

Cristina Molinari - Padel Mental Coach
Cristina Molinari – Padel Mental Coach

A cosa mi serve?

È un libro molto pratico che permette a chiunque di crearsi una personale cassetta degli attrezzi da utilizzare nelle situazioni più comuni di una partita di padel e non solo.
Inoltre è una vera propria sfida che ti permette di allenarti a fare “quel punto in più” in campo e nella vita.

Chi sei tu che lo hai scritto?

Sono una grande appassionata di crescita e sviluppo personale, qualificata sport mental coach e drogata di padel.
Curiosa da sempre, sono profondamente affascinata dalla natura umana e dalle sue infinite sfumature.
Credo che essere mental coach sia un grande onore e una grandissima responsabilità: è l’opportunità di toccare la vita delle persone che si affidano a me, aiutandole a esplodere il proprio potenziale al servizio dello sport e anche della propria vita.

In bocca al lupo per il tuo libro, Cristina !!!

LINK ACQUISTO: https://amzn.to/3kbffVw

Buon Padel a tutti !

by Mr Padel Paddle

 

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E’ appena uscito il libro di Cristina Molinari “Padel metafora di vita – come essere un campione dentro e fuori dal campo”

Cristina Molinari è una dei maggiori esperti di Padel Mental Coach e collabora anche con il nostro sito Mr Padel Paddle curando la sezione dedicata proprio al Mental Coach .
Le abbiamo fatte alcune domande relative al suo ultimo libro acquistabile anche su Amazon

Perché è utile il tuo libro?

In questo libro accompagno il lettore alla scoperta del Padel Mental Coaching, e allo stesso tempo alla scoperta del Padel come metafora di vita. Spesso nella nostra quotidianità mettiamo in gioco dinamiche comportamentali limitanti, o atteggiamenti mentali depotenzianti, e la cosa passa completamente sotto il nostro radar. In campo mettiamo in gioco le stesse dinamiche, accelerate ai 100 all’ora e il Padel non perdona: ce le mostra poco alla volta, oppure tutte insieme. Il libro percorre le tappe di una ipotetica partita immaginaria, presentando una varietà di situazioni che viviamo in campo e fuori e fornendo strumenti utili per gestirle in modo produttivo.

Da cosa è nato il libro, perché lo hai scritto ?

Mi ha sempre affascinato l’idea di poter migliorare se stessi e di superare i propri limiti.
Molte persone le ritengono una chimera, altre scartano velocemente l’ipotesi di migliorare se stessi e superare i propri limiti decidendo che “non funziona” magari dopo aver frequentato un corso o letto un libro. La verità è che esistono tecniche e strategie utili e funzionali, ma conoscerle non è sufficiente, e nemmeno applicarle una o due volte. Da circa 10 anni vivo in prima persona la formazione e il coaching e ne ho fatto la mia professione dopo averne sperimentato personalmente l’efficacia. Circa due anni fa ho scoperto il padel appassionandomene. Praticandolo e osservandolo da spettatrice ho subito realizzato che l’approccio e l’allenamento mentali sono fondamentali per migliorare la propria prestazione in campo: ovviamente non sostituiscono la tecnica e la tattica, ma puoi immaginare che siano le due gambe su cui far correre il proprio miglioramento. Allo stesso tempo, ho anche notato come gli schemi e le dinamiche che viviamo in campo sono le stesse che viviamo nella nostra vita fuori dal campo, quindi risolverle giocando e divertendosi genera un doppio vantaggio.

A chi è utile leggerlo?

Ai giocatori di padel, senz’altro:
a chi ama la competizione ed è alla ricerca di belle sfide con se stesso e con gli altri
a chi si rende conto di manifestare degli schemi di atteggiamento/ comportamento non utili alla partita o alla propria performance in generale
a chi è affamato di miglioramento ma non sa bene cosa migliorare perché si sta già impegnando con lezioni, tornei, partite
In generale a chi desidera acquisire strumenti utili a migliorare la propria performance.

Cristina Molinari - Padel Mental Coach
Cristina Molinari – Padel Mental Coach

A cosa mi serve?

È un libro molto pratico che permette a chiunque di crearsi una personale cassetta degli attrezzi da utilizzare nelle situazioni più comuni di una partita di padel e non solo.
Inoltre è una vera propria sfida che ti permette di allenarti a fare “quel punto in più” in campo e nella vita.

Chi sei tu che lo hai scritto?

Sono una grande appassionata di crescita e sviluppo personale, qualificata sport mental coach e drogata di padel.
Curiosa da sempre, sono profondamente affascinata dalla natura umana e dalle sue infinite sfumature.
Credo che essere mental coach sia un grande onore e una grandissima responsabilità: è l’opportunità di toccare la vita delle persone che si affidano a me, aiutandole a esplodere il proprio potenziale al servizio dello sport e anche della propria vita.

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