Classe 1978, nato a Bahía Blanca, Miguel Enrique Lamperti, noto anche come ”Miguelito”, è un giocatore argentino tra i più amati e acclamati dal pubblico…nonchè dalle donne.

Vederlo giocare è semplicemente uno spettacolo, trasformando ogni partita in uno show.

E’ stato campione del mondo con la nazionale e forse questa sarà la sua ultima stagione per dedicarsi ad affiancare i campioni del futuro. Ci ha rilasciato questa intervista esclusiva a cuore aperto.

Come è nata la passione per il padel?

Avevo 12 anni e nel club dove giocavo a basket avevano costruito due campi da padel ed io al termine degli allenamenti mi divertivo da solo, nel tirare i miei primi colpi al muro, cosa che faccio ancora oggi con la stessa passione e divertimento di allora.

Qual è il fattore fondamentale in una coppia?

Sicuramente una forte affinità, perchè è proprio quando vengono a mancare i risultati che si vedono i veri compagni.

Cosa ne pensa dei tanti affrettati cambiamenti di coppia che ci sono stati lo scorso anno?

Io credo ancora che una coppia debba concedersi del tempo per capire se funziona, ma oggi l’evoluzione del padel fa si che se non arrivano subito i risultati i giocatori non hanno pazienza e cercano subito soluzioni più veloci.

I ricordi più belli in carriera?

La vittoria del mio primo campionato argentino nel 2002, oppure quando venni premiato come miglior giocatore rivelazione, premio che ritirai insieme a Maradona. Come non ricordare nel 2006, la vittoria del campionato del mondo con la mia Argentina. Ma una delle cose che ricorderò per sempre sono sicuramente tutti coloro che hanno creduto in me, la mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto, ed il calore del pubblico che ancora oggi è favoloso.

E quelli più brutti?

Nello sport molte sono le partite che si possono perdere, ma tutto si può superare mentre nella vita privata è più difficile. La perdita di mia madre è stata la cosa che più mi ha segnato e nello stesso anno, l’incidente in auto che mia ha perforato il polmone e rotto sei costole.

Ha un aneddoto che hai piacere di raccontarci?

Una delle cose più divertenti è vedere i tifosi che mi emulano colorandosi i capelli come i miei.

Se potesse cambiare qualcosa nel padel?

Come prima cosa vorrei ci fosse un solo servizio e regolamenterei il peso delle palline perchè sono troppo veloci.

Obiettivi per il 2025?

Questa stagione potrebbe anche essere l’ultima, chissà…e vorrei quindi riuscire a godermi tutti i momenti, senza pressioni, e magari vincere anche qualche torneo.

Che programmi ha per il futuro?

Amo il padel e quando smetterò di giocare insegnerò cercando di trasmettere tutto ciò che ho imparato in questi anni e magari allenando una coppia tra le prime al mondo.