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Padel Business 2023: 7 domande a Favaretti Group Mr Padel Paddle

Dopo i dati del 1° trimestre su strutture e campi di padel Abbiamo intervistato il Direttore commerciale Filippo Caldon di Favaretti Group una delle aziende leader di settore nella produzione di campi e coperture

Una delle realtà più interessanti a livello europeo è Favaretti Group, azienda già attiva da anni nel mondo dell’impiantistica sportiva con una profonda e consolidata esperienza nella realizzazione di tensostrutture per lo sport  che, assecondando la crescente domanda, ha sviluppato internamente una divisione: “Favaretti Padel” dedicata alla progettazione, produzione ed installazione di coperture e campi di alta qualità.

Dopo l’uscita dei dati del nostro Osservatorio relativo al 1° trimestre abbiamo intervistato Filippo Caldon, Direttore Commerciale e Marketing di Favaretti per capire quale è il loro outlook.

E’ il secondo semestre consecutivo che vede una diminuzione della crescita dei club in Italia, prevedete un trend di rallentamento per tutto il 2023 e per i prossimi anni?

Pensiamo di sì, ci sarà un rallentamento abbastanza costante nei prossimi mesi fino a che il mercato non andrà a stabilizzarsi su dei livelli di output un pò più reali rispetto alla forte crescita un pò dopata che ci è stata negli ultimi due anni.
Tanti fattori che si sono messi assieme hanno permesso questa crescita folle del padel, vuoi la novità….c’era un mercato da creare, vuoi il il covid che ha permesso al padel di avere un vantaggio competitivo molto importante rispetto ad altri sport e vuoi anche le varie amministrazioni che non sapevano come regolamentarsi con questi nuove tipologie di impianti sportivi.
I campi sono sorti ovunque senza una corretta regolamentazione, cosa che non è più cosi perché come  produttori adesso ci richiedono tanta di quella documentazione che potrebbe mettere in difficoltà molti avventori, molti potenziali gestori che vedendo tutte le difficoltà amministrative da affrontare rinunciano ai loro progetti soprattutto se non hanno una idea di business convincente e sostenibile nel medio lungo termine.
Quindi si, ci sarà un rallentamento nei prossimi mesi e pensiamo che il trend di sviluppo seguirà un andamento più stagionale a seconda o meno dell’avvicinarsi delle stagioni più calde rispetto a quelle più fredde.

Superati invece i 1.000 club in Italia con campi indoor, il 54% dei nuovi campi di questo primo trimestre sono coperti…. Il padel sta diventando uno sport indoor?

Siamo da sempre convinti che il padel sia un gioco indoor perché vi sono dei vantaggi assolutamente ovvi, ti permette di fare programmazione, ti permette di giocare indipendentemente dal clima e dal meteo, puoi creare un Padel Club che non risente di fattori esterni non controllabili.
E chi investe nel padel soprattutto adesso che magari lo fa con un pochino più di lungimiranza  non investe se non indoor o almeno avendo una buona parte della propria fetta d’offerta indoor altrimenti si è troppo in balia di fattori che non sono controllabili.
Poi l’Italia comunque è un paese dove piove, poco percentualmente parlando, ma è quel poco che a fine anno ti porta via fatturato e non ti permette di dare continuità sia con i tuoi clienti che con i maestri quindi sì, il padel è uno sport sicuramente indoor.
Anche per i campi esistenti molti gestori adesso stanno arrivando a coprirli quindi c’è un grandissimo lavoro da fare sotto questo punto di vista e quelli nuovi che stanno sorgendo ci rendiamo conto che sono richiesti per la maggior parte indoor.

Stanno nascendo sempre di più Big club in tutta Italia con investimenti importanti (dagli 8 campi in su), sarà il futuro del padel?
E’ sostenibile nel tempo mantenere strutture cosi grandi e se si come?

Confermo che stanno arrivando diverse richieste di ordini con tanti campi (dagli 8 in su).
Noi pensiamo che sia il futuro del padel, è un pò la strada che sta già percorrendo da anni la Spagna al di là dei piccoli club bomboniera.
Quindi realtà più strutturate che sono sostenibili nel tempo perché non sono solo un club dove uno gioca e va via ma diventa un centro di aggregazione, diventa un punto di riferimento per lo sport, il fisico, il benessere, la salute in generale quindi club che offrono anche la ristorazione, degli spazi co-working per lavorare, piscine, saune, centri benessere.
Meno focus al basso investimento iniziale in quanto i clienti vogliono sempre più strutture performanti dal punto di vista del risparmio energetico, dell’insonorizzazione e chiedono sempre più di poter parlare con un referente soltanto, quindi noi come General Contractor da questo punto di vista siamo molto contenti perché riusciamo a interloquire con dei clienti che sono interessati ai prodotti che la mia azienda produce a 360° quindi campi, coperture che devono essere con determinate altezze e servizi.
Sempre più spesso ci chiedono strutture che, per quanto leggere e performanti come sono quelle in acciaio quindi veloci ed economiche, abbiano un pacchetto di copertura diversa quindi basta telo e basta ma con pacchetto di coperture sandwich, con lucernari particolari in policarbonato semitrasparente, strutture più vivibili tutto l’anno sotto tutti i punti di vista.

I circoli multisportivi con il padel all’aperto sono destinati a sparire? Come possono avere un futuro?

Non pensiamo spariranno, rimarranno comunque a presidiare una fetta di mercato con un focus più rivolto a determinati periodi dell’anno in particolare primavera ed estate.
Comunque sia offriranno qualcosa di diverso quindi una situazione un pò più conviviale in quanto essendo piccoli è più facile creare quel sentimento di aggregazione e di gruppo ma dovranno offrire sicuramente anche servizi come bar, ristorante e la possibilità di far trascorrere il tempo a tutta la famiglia.

Come Mr Padel Paddle stiamo facendo un censimento, abbiamo individuato circa 40 produttori italiani di campi e 20 di coperture, ma non siete troppi?

Nonostante noi crediamo nella competizione, perché per crescere un mercato le aziende debbano competere per potersi migliorare e raggiungere livelli di eccellenza, siamo in effetti numerose nel senso che,  come spesso succede in Italia, quando un mercato funziona poi ci si inseriscono in molti aziende, carpenterie e operatori vari.
Adesso tanti fanno i produttori di campi da padel però pensiamo che per dare un prodotto di alta qualità e soprattutto dare possibilità al cliente di di affidarsi a qualcuno di un pochino più esperto sia importante garantire un servizio eccellente , non è sufficiente avere una carpenteria ma bisogna avere per esempio tutta una squadra di ingegneri interni che possano seguirti nelle pratiche, avere un magazzino ben fornito perché se succede qualcosa tipo la rottura di un vetro in due ore andrà sostituito.
Noi siamo nel mercato delle coperture da tantissimo tempo e da 15 anni a questa parte si sono succedute tante aziende che hanno fatto exploit e poi sono morte o rinate sotto altri nomi, comunque  lo zoccolo duro è quello è quello rimarrà.
Poi ci saranno sempre delle aziende satellite che entrano in questo mondo per poi sparire in poco tempo però di base ci sono delle realtà strutturate che perché investono e/o hanno investito per storicità, per capacità finanziarie, economiche e  struttura hanno modo di crescere insieme al mercato e farlo crescere.

Il Direttore commerciale Filippo Caldon di Favaretti
In questa situazione di mercato come si sta muovendo strategicamente la vostra azienda sia in Italia sia all’estero?

Noi rimaniamo sempre molto focalizzati sulla qualità abbiamo deciso da tanti anni fa ormai di lasciare per una scelta strategica i mercati dal basso valore aggiunto cioè i prodotti low profile come può essere ad esempio il pallone pressostatico, noi ne facevamo a centinaia ma per il padel abbiamo deciso di abbandonarlo per diverse ragioni perché riteniamo che non sia il prodotto corretto e soprattutto che non metta in sicurezza il cliente.

Noi di Favaretti riteniamo che il futuro delle coperture sia la tensostruttura da proporre con un pacchetto di copertura diverso rispetto al classico telo.

Per i campi abbiamo delle novità in pipeline perché stiamo cercando di crescere anche dal punto di vista tecnico oltre che estetico per dar modo, a chi vuole un prodotto di qualità superiore, di avere in Favaretti un punto di riferimento.
L’Italia è un mercato per noi consolidato , adesso siamo comunque molto attenti ai mercati in fase di crescita per il padel vedi UK, Germania, Est Europe e USA.
La nostra scelta di posizionamento strategico è sulla qualità anche a discapito di essere meno competitivi e perdere alcuni lavori, il nostro obiettivo è quello di diventare i n°1 del settore.

Quale è la proposta di valore che offrite alla vostra clientela e perché pensate si differenzia da quella dei vostri competitor?

E’ un insieme di tutte le cose che ci siamo detti in precedenza, però di base riteniamo che Favaretti abbia un vantaggio competitivo importante sotto diversi punti di vista.
Noi non abbiamo mai detto e non pensiamo di essere l’azienda migliore ma abbiamo dei vantaggi oggettivi come la storicità nel senso siamo un’azienda affidabile quindi un cliente, un investitore che si affida a Favaretti è tranquillo per la nostra solidità, perchè siamo un’azienda di produzione dove il processo produttivo è seguito dalla A alla Z da un player soltanto (il cliente è invitato in sede a vedere come noi lavoriamo).
Abbiamo ovviamente tutti i prodotti certificati da enti terzi che è la base per poi proporre prodotti standard normati di qualità elevate.
Dal punto di vista tecnico abbiamo un insieme di ingegneri che si occupano ognuno con il proprio ambito di quello che può essere lo sviluppo di un progetto quindi diciamo che dal punto di vista dell’interfaccia siamo una realtà affidabile.
Dopo di che il fatto di produrre e proporre non soltanto i campi o non soltanto le coperture ma l’intero pacchetto marchiato, nato, studiato, progettato da Favaretti penso che sia il nostro vero punto di forza perché diamo la possibilità al cliente di discutere e interfacciarsi soltanto con una azienda per tutto quello che riguarda la nascita del suo club.

Buon padel a tutti

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