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Dicembre 6, 2024 – Circolo Sportivo ASD Nuova F84

Al pubblico dell’Allianz Cloud farà strano non vederli nella stessa metà campo, ma domenica nella finale del Milano Premier Padel P1 ci sarà spazio solo per uno tra i campioni delle prime due edizioni del torneo.

Juan Lebron contro Ale Galan, due giocatori che insieme hanno scritto la storia del padel ancora una volta avversari, come nelle semifinali del P2 di Genova e del Major di Parigi (con due vittorie di Galan). “Ancora tu”: si, ancora loro, dopo aver iniziato la stagione insieme, dopo essersi separati, affrontati da avversari e poi riuniti per “El Regreso” nella finale dei FIP World Padel Championships a Doha persa dalla Spagna contro l’Argentina.

Lebron e Martin Di Nenno contro Galan e Fede Chingotto: in palio, nella seconda semifinale della sessione serale al via non prima delle 18, ci sarà la sfida contro Arturo Coello e Agustin Tapia o contro Momo Gonzalez ed Edu Alonso, protagonisti della semifinale della parte alta dal tabellone.

Il quarto di finale tra Di Nenno e Lebron e la coppia formata da Coki Nieto e Jon Sanz è finito quando il punteggio era di 6-1 4-1 a favore delle teste di serie numero 3: un problema alla caviglia ha costretto Sanz al ritiro, ma ha comunque permesso a un piccolo tifoso con la maschera da lupo in testa di andare dal ‘Lobo’ Lebron per una foto ricordo.

Un problema fisico ha reso difficile anche la serata di Javi Garrido, sconfitto in coppia con Lucas Bergamini da Fede Chingotto e Ale Galan che, dopo due sconfitte in semifinale contro Franco Stupaczuk e Mike Yanguas a Kuwait City e Acapulco, con il 6-4 6-0 nei quarti ora proveranno a tornare in finale. Bergamini si consola comunque con l’ingresso nelle Premier Padel Finals di Barcellona.

 

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Ale Alonso o Tamara Icardo, chi sarà l’ultima giocatrice qualificata per le Premier Padel Finals di Barcellona? Sabato, giorno delle semifinali del Milano Premier Padel P1, potrebbe essere una giornata decisiva, come non lo è stata quella di venerdì.

Da tre, le giocatrici ancora in corsa per un posto sono comunque diventate due, con la sconfitta di Aranzazu Osoro (e Veronica Virseda) contro Delfi Brea e Bea Gonzalez, che esclude la ‘Vikinga’. Dopo la vittoria in mattinata di Alonso e Andrea Ustero contro Lucia Sainz e Patty Llaguno, in serata è arrivata quella di Tamara Icardo, che partiva più staccata nella FIP Race ma che – grazie anche alla collaborazione di Claudia Jensen – si sta costruendo l’ultima possibilità nonostante i tanti tornei saltati in questa stagione per infortunio.

Sul campo numero 1, le teste di serie numero 7 del torneo hanno vinto la maratona della giornata, eliminando con il punteggio di 6-4 4-6 6-4 in tre ore e 18′ Marta Ortega e Sofia Araujo, negando quindi alla coppia numero 4 del seeding la possibilità della rivincita della finale del Major di Acapulco.

Gemma Triay e Claudia Fernandez, campionesse in Messico e coppia in cima al tabellone del Milano Premier Padel P1, proseguono invece la loro marcia: Gemma e Claudia, in un un’ora e 7′, hanno fermato la corsa di Ale Salazar e Jessica Castelló (6-0 6-3).

Saranno loro ad aprire il programma della sessione pomeridiana sul campo centrale, non prima delle 18. Due semifinali (la prima si gioca alle 13 tra Alonso/Ustero e Brea/Gonzalez) che decideranno non solo l’ultimo P1 della stagione, ma che potrebbero essere anche determinanti nella FIP Race che porta a Barcellona.

 

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L’ultimo colpo di Bela è un rovescio che finisce inghiottito dalla rete. Vincono Garrido e Bergamini 6-3 6-4 e il primo quasi si nasconde aggrappato alla grata con la mano a coprire il volto.

Il secondo non esulta neanche. Lucas e Javi vorrebbero sparire – quasi – perché ogni giocatore sogna di scrivere la storia, ma non di farlo così, con le emozioni che girano al contrario. Perché questa è la vittoria dell’addio del più grande di sempre.
L’ultima sfida e un epilogo al quale, al primo dei tre match point sul 4-5, si ribella con due ‘por tres’ di fila che finiscono fuori dal campo e tengono il match ancora acceso. Non vuole mollare Bela, perché un ‘Belasteguin nunca se rinde’. Un Belasteguin non si arrende mai.

Ha provato a piegare il tempo, lo ha fatto fino a 45 anni, più della metà dei quali dedicati alla carriera più incredibile della storia del padel. Sedici anni da numero uno sono un abito stretto per chi più di tutti ha trasformato il padel in uno sport globale ispirando generazioni di giocatori.
E infatti piange a dirotto Garrido quando parla da vincitore con la faccia di chi ha perso. Piange Bergamini mentre tutto l’Allianz Cloud è in piedi a salutare Bela.

E piange anche lui, Fernando, come piange Tino Libaak, che all’improvviso sembra molto più giovane dei suoi 19 anni. Un bimbetto che singhiozza disperato. ”Bela, Bela, Bela!”. Lui, Fernando, allarga le braccia, saluta, piange, abbraccia e poi piange di nuovo.
A bordo campo c’è tutto il gotha del padel: Di Nenno, Tapia, Yanguas, Galan, Chingotto, il presidente della FIP Luigi Carraro e l’inseparabile amico del cuore Gianluca Vacchi.
E poi la gente, la sua gente. Urla un ragazzino: “Bela non ci lasciare!” mentre il match si mette in salita nel primo set, con quel break al quarto game sul servizio di Tino. “Bela, Bela” urla la folla quando proprio lui, Fernando, subisce un break che è una pugnalata alla speranza nel quinto gioco del secondo set.

Il gioco fisico di Bergamini e Garrido è un rito di erosione degli avversari, che pure se la giocano, tentano di ribellarsi a una storia che pare già scritta e così sarà dopo un’ora e 28 minuti di gioco. Sono le 21 e 38 (ora italiana) e sul Centrale del Milano Premier Padel P1, nel cuore dell’Allianz Cloud, finisce la carriera del più grande di tutti.
E da lì, è rito di celebrazione, con l’organizzatore del torneo, il Ceo di NSA Marco Gamberale che entra in campo e premia Fernando scappando subito dopo con discreta eleganza, quasi per non intromettersi nell’abbraccio di Bela con la sua gente. In un mare di applausi, la ‘Leyenda’ prende il microfono e per i suoi fan è una musica struggente:
“Con i riconoscimenti che ho ricevuto quest’anno, ho vinto più trofei che negli ultimi cinque anni – scherza – non si può sapere quale sensazione si possa provare quando si smette di giocare. Ora lo so ma sono molto felice, molto tranquillo.
Avevo già deciso da un bel po’ di tempo di giocare tutta la stagione del 2024. Ho avuto più momenti difficili che belle partite, ma volevo andarmene come ho fatto durante tutta la mia carriera.
Lottando, combattendo, buttandomi a terra, litigando con l’arbitro, colpendo il vetro con una racchettata. Volevo andarmene con la mia essenza, quella di combattere.
E sono molto tranquillo perché ho fatto tutto il possibile. Ho avuto la fortuna di chiudere 30 anni di carriera professionistica quando l’ho deciso io.
Molte volte lo sport ti costringe a smettere molto tempo prima. E ora sono già 10 o 15 minuti che sono un ex giocatore professionista. E sono molto tranquillo, davvero molto tranquillo”. Meno male, Fernando. Ma sappi che dalle 21 e 38 ora italiana del 5 dicembre 2024, il padel non sarà mai più lo stesso.

 

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